Un’opera d’arte unica al mondo, un tappeto di marmo al quale hanno lavorato dal Trecento all’Ottocento grandi artisti senesi e non solo. Il Vasari lo definì il pavimento più “grande e magnifico” che fosse mai esistito e non è difficile capire il perché : ognuno dei 56 riquadri, chiamati “tarsie”, è stato disegnato dai maestri del Rinascimento, copiato dai marmisti e lavorato dagli scalpellini negli splendidi marmi locali. Fra le figure anche quella di Ermete Trimegisto. Il Pinturicchio è l’autore di uno dei riquadri più belli, il Monte della Sapienza, che raffigura simbolicamente la strada verso la virtù con una splendida raffigurazione della Fortuna, angelica donna che governa il destino degli uomini e ha le sembianze simili alla Venere del Botticelli. Il pavimento, solitamente coperto per due terzi con dei panni speciali che lo proteggono dall’usura del tempo e dal calpestio dei visitatori, viene scoperto e diventa interamente visibile solo per alcuni mesi dell’anno, dalla metà di agosto, dopo il Palio dell’Assunta, fino a fine ottobre.