Il Premio Nobel per la letteratura è un prestigioso riconoscimento che ogni anno l’Accademia di Stoccolma conferisce ad uno scrittore o ad una scrittrice internazionale. In Italia pochi sono a conoscenza che nel 2004 lo scrittore siciliano Giuseppe Bonaviri, soltanto per un voto, non ottenne il premio. Un particolare questo confermato dalla moglie Raffaella, che in quell’anno ricevette una lettera dall’Accademia di Stoccolma che la informava dell’esito della votazione. Ma chi è stato Giuseppe Bonaviri? Un medico, medico cardiologo ( e successivamente uno scrittore ) nato a Mineo, in provincia di Catania, l’11 luglio 1924 ( quest’anno ricorre il centenario della nascita ) e morto a Frosinone il 21 marzo 2009 poco conosciuto in Italia, ma , insieme con Dacia Maraini, tra i più tradotti all’estero. Avendo svolto il servizio militare in Piemonte, a Casale Monferrato, lì aveva terminato la stesura del suo primo libro, “Il sarto della strada lunga”, nel 1954, che aveva ottenuto grande approvazione da parte di Elio Vittorini e per questo pubblicato da Einaudi. Fu questo l’inizio di una vastissima produzione letteraria. Davvero impressionante la mole delle sue opera, dai romanzi alle poesie, alla saggistica, ai numerosi articoli apparsi su vari giornali, alla produzione teatrale. Quasi impossibile menzionare tutte le sue opere. Da “Notti sull’altura”, a “L’infinito lunare”, A “Silvinia”, a “L’enorme tempo”, a “Il vicolo blu”, pubblicato da Sellerio e che nel 2003 gli valse il Vittorini e il Super Vittorini. Davvero illuminanti le parole del critico letterario Walter Pedullà sulla sua opera :”Bonaviri mette lo stetoscopio sul cuore dell’uomo per auscultare i battiti dell’universo…in altri termini ha messo a disposizione del cosmo la propria scienza, intelligenza, fantasia, parole, musica, e con esso si è identificato”.
Luigi Saitta